“Ma scusami, per vendere il mio immobile ho realmente bisogno di un mediatore o agente o consulente immobiliare che tu voglia chiamarlo? Possibile che non sia in grado di poterlo vendere da solo? Del resto il fotografo per fare le foto posso chiamarlo anche io stesso e fargli fare il lavoro, se la casa non fosse in ordine posso chiamare un’arredatrice e/o home stager e farle preparare la scena per il fotografo di cui sopra, un geometra a cui dare l’incarico per l’accesso agli atti ed avere da lui stesso la relazione tecnica (ovvero la carta d’identità dell’immobile) è la cosa più semplice di questo mondo, un cartello con scritto “VENDESI” costa 18 euro e lo può fare un semplice grafico, i portali sono gratuiti per chi carica un solo immobile e rispondo io stesso al telefono per gli annunci, sono libero professionista e la cosa non intralcia il mio lavoro. Ed allora, perché dovrei affidarmi a un professionista per vendere casa?”
Tutto giusto, manca un pezzo però.
Anche il venditore più scafato, anche il venditore più sveglio e sul pezzo ha le sue paure, le paure che hanno tutti e che solo un vero professionista che sa toccare i tasti giusti può placare e farle addirittura diventare dei punti di forza, a volte.
Le paure si avranno nel momento in cui entrerà in ballo la naturale emotività durante la vendita, e qui verranno tutte a galla, e le stesse paure potrebbero portare a fare movimenti sbagliati o ad immobilizzarsi, che alla fine verranno prodotte in entrambe le situazioni delle conseguenze.
La paura primaria è quella che si potrebbe provare quando si parla del prezzo, ovvero se la richiesta economica sia congrua: certo, ci sono dati anche gratuiti che ci possono aiutare ad elaborare un prezzo di richiesta, ma quando si vende si vuole chiaramente realizzare il massimo possibile (ecco, gli interessi personali stanno venendo a galla, e con loro l’emotività); c’è poi pure il vicino che ha detto di aver venduto a 200K, quindi avendo avuto un appartamento simile a quello che si dovrà vendere ma quest’ultimo con una migliore esposizione (oggettiva o soggettiva?) sicuramente si potrà vendere almeno a 220K: siamo però sicuri che il vicino abbia realmente venduto a 200K e non a 150K, e per non passare da “patacca” come si dice qui in Romagna abbia volutamente dichiarato qualcosa di non vero?
La seconda paura che si potrebbe provare è in fase di trattativa, ovvero si riuscirà ad avere il sangue freddo e ad essere lucidi per trovare la chiave e chiudere il cerchio senza rimetterci soldi, o meno soldi possibile?
Per saper fare questo bisogna essere distaccati e sereni, e quando si vendono le proprie cose non lo si è mai, è inutile fare i fighi, mentre a volte, per trovare gli accordi, basta essere lucidi e capire le esigenze dell’altro, ed il gioco è fatto.
La terza paura che si potrebbe provare è la gestione ed il traghettamento dell’affare dall’accordo finale raggiunto grazie alla trattativa fatta sino alla data del rogito: dubbi, ripensamenti, incomprensioni sempre dietro l’angolo da parte di entrambi portano spessissimo a non saper gestire le varie criticità, a volte mettendo a rischio anche l’affare, altre volte invece creando un gran stress.
La quarta paura che si potrebbe provare arriva sempre a cose fatte, ovvero se si poteva ricavare di più dalla vendita dell’immobile.
Più che una paura è un rimpianto/rimorso in base alla piega presa nella trattativa, ma questa fase è spesso molto più breve rispetto alle altre.
Ecco, il lavoro del professionista è gestire il processo dall’inizio alla fine, da quando decidiamo di mettere in vendita sino al giorno dell’atto notarile, anzi, direi anche dopo l’atto se consideriamo la sempre spinosa voltura delle utenze.
Il gestire totalmente il processo significa avere sempre il polso della situazione, prevenire sul nascere o risolvere in corso d’opera tutte le eventuali spinosità che potrebbero diventare successivamente montagne da scalare, e soprattutto sollevare il venditore da quelle paure precedentemente descritte.
Quindi scegliete sempre un professionista, soprattutto se farà solo i vostri interessi: la libertà di non trovare un compromesso (spesso al ribasso) ha un valore inestimabile sia per il venditore sia per il professionista che lavora!